
“Voglio morì con gli occhi aperti”: Storie di “Chiusi Fuori”
“Voglio morire con gli occhi aperti”, afferma Gianfranco Marcelli, meglio conosciuto nelle carceri italiane come “Ribelli”.
Questa frase racchiude la sua storia e la sua determinazione nel difendere i diritti propri e altrui, anche dopo aver sbagliato e scontato la pena. Proprio per questo, una volta uscito dalla Dozza di Bologna, ha fondato l’associazione “Chiusi Fuori”, un aiuto concreto per chi si sente “chiuso fuori” dalla società una volta varcata la soglia del carcere.
L’idea è nata durante un periodo di “aria” con Stefano Stefani, il tesoriere dell’associazione. “Ci siamo detti: qua ce so’ un sacco d’ignoranti che non conoscono le legge e non sanno manco come difendersi, bisogna far qualcosa”, racconta Marcelli. “Anche per quando escono perché questi se ritrovano peggio che al gabbio”.
“Il carcere ti fa da mamma e da papà”, continua Marcelli, descrivendo come la vita in carcere possa essere paradossalmente più semplice di quella esterna. “In galera hai tutto: vitto, alloggio e qualunque problema te lo risolve la guardia”. Ma una volta fuori, senza aiuti, molti si sentono persi e abbandonati.
Marcelli, che ha vissuto il carcere come un’occasione di crescita personale, ha deciso di agire.
“Ho colto solo l’occasione e mi sono messo a leggere, perché fuori non lo facevo, e avrò divorato almeno 400 libri”.
“Non potevo uscire più ignorante di come ero entrato, no?”.
Dopo aver girato diverse carceri italiane, Marcelli ha portato la sua esperienza e la sua determinazione a Bologna, dove ha fondato “Chiusi Fuori”. L’associazione si occupa di aiutare gli ex detenuti a reinserirsi nella società, offrendo supporto legale, morale e pratico.
“Quando esco facciamo un’associazione per quelli dentro che stanno per venir fuori, promesso?”,
aveva detto Marcelli al suo avvocato. E così è stato. “Chiusi Fuori” è diventata una realtà concreta, un punto di riferimento per chi cerca una seconda opportunità dopo il carcere.
L’associazione, finanziata con i contributi dei soci e con progetti di autofinanziamento, si impegna a offrire un aiuto concreto a chi si trova in difficoltà al momento dell’uscita dal carcere. “Siamo ancora qua”, afferma Marcelli con orgoglio, sottolineando l’importanza di non lasciare soli coloro che hanno sbagliato e che vogliono cambiare vita.

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